“A Cinquant’anni dalla costituzione sulla liturgia”
Cinquant’anni fa, il 4 dicembre del 1963, all’inizio della seconda sessione del Concilio Vaticano II, Papa Paolo VI promulgava la SacrosanctumConcilium.
Difficilmente possiamo sintetizzare, in poche parole, un documento tanto ricco, quanto articolato, ma se dovessimo indicare un principale tema di fondo, dovremmo sicuramente guardare al n. 14, dove, parlando della formazione, si sottolinea la necessità che i fedeli «vengano formati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura stessa della liturgia».
Quello della formazione è, dunque, un tema centrale di SacrosanctumConcilium (Cfr. nn. 11.14.19.21.26.27) che esige ancora grande impegno, anche dopo 50 anni. È questa la prospettiva che ci ha spinto ad organizzare il IV Convegno, perché nell’approfondimento di certi aspetti della vita liturgica, possiamo divenire capaci di partecipare sempre più profondamente al Mistero di Dio celebrato nella Liturgia.
In questo itinerario saremo accompagnati da
Don Giovanni Cavagnoli, sacerdote della Diocesi di Cremona e Professore presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di S. Giustina di Padova e  da Andrea Grillo Professore Ordinario di Teologia Sacramentaria presso la Facolta’ Teologica del Pontificio Ateneo S. Anselmo e presso l’ILP della Abbazia di S. Giustina in Padova.(programma)

PREMESSA
1. Il sacro Concilio si propone di far crescere ogni giorno più la vita cristiana tra i fedeli; di meglio adattare alle esigenze del nostro tempo quelle istituzioni che sono soggette a mutamenti; di favorire ciò che può contribuire all’unione di tutti i credenti in Cristo; di rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa. Ritiene quindi di doversi occupare in modo speciale anche della riforma e della promozione della liturgia.
La liturgia nel mistero della Chiesa
2. La liturgia infatti, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell’eucaristia, «si attua l’opera della nostra redenzione», contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa. Questa ha infatti la caratteristica di essere nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà invisibili, fervente nell’azione e dedita alla contemplazione, presente nel mondo e tuttavia pellegrina; tutto questo in modo tale, però, che ciò che in essa è umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile all’invisibile, l’azione alla contemplazione, la realtà presente alla città futura, verso la quale siamo incamminati. In tal modo la liturgia, mentre ogni giorno edifica quelli che sono nella Chiesa per farne un tempio santo nel Signore, un’abitazione di Dio nello Spirito, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo, nello stesso tempo e in modo mirabile fortifica le loro energie perché possano predicare il Cristo. Così a coloro che sono fuori essa mostra la Chiesa, come vessillo innalzato di fronte alle nazioni, sotto il quale i figli di Dio dispersi possano raccogliersi, finché ci sia un solo ovile e un solo pastore.
Liturgia e riti
3. Il sacro Concilio ritiene perciò opportuno richiamare i seguenti principi riguardanti la promozione e la riforma della liturgia e stabilire delle norme per attuarli. Fra queste norme e questi principi parecchi possono e devono essere applicati sia al rito romano sia agli altri riti, benché le norme pratiche che seguono debbano intendersi come riguardanti il solo rito romano, a meno che si tratti di cose che per la loro stessa natura si riferiscono anche ad altri riti.
Stima per i riti riconosciuti
4. Infine il sacro Concilio, obbedendo fedelmente alla tradizione, dichiara che la santa madre Chiesa considera come uguali in diritto e in dignità tutti i riti legittimamente riconosciuti; vuole che in avvenire essi siano conservati e in ogni modo incrementati; desidera infine che, ove sia necessario, siano riveduti integralmente con prudenza nello spirito della sana tradizione e venga loro dato nuovo vigore, come richiedono le circostanze e le necessità del nostro tempo.