“La Fede e il Corpo”
BXVI: “L’amore, a noi annunciato dalla Bibbia e dalla Tradizione della Chiesa, ha qualcosa a che fare con la comune esperienza umana dell’amore, oppure si oppone ad essa?”
Enciclica “Deus Caritas Est”
“L’unico Dio in cui Israele crede ama personalmente. Egli ama, e questo suo amore può essere qualificato senz’altro come eros, che tuttavia è anche e totalmente agape.
I profeti hanno descritto questa passione di Dio per il suo popolo con ardite immagini erotiche. L’eros di Dio per l’uomo è insieme totalmente agape. Dio è in assoluto la sorgente originaria di ogni essere; ma questo principio creativo di tutte le cose — il Logos, la ragione primordiale — è al contempo un amante con tutta la passione di un vero amore.
In questo modo l’eros è nobilitato al massimo, ma contemporaneamente così purificato da fondersi con l’agape”. Le due parole fondamentali”, “eros” e “agape” “vengono spesso contrapposte nelle due concezioni di “amore «mondano» e amore fondato sulla fede”. Ma così il “cristianesimo risulterebbe disarticolato dalle fondamentali relazioni vitali dell’esistere umano e costituirebbe un mondo tagliato fuori dall’esistenza umana.
I Padri hanno visto simboleggiata nella scala di Giacobbe questa connessione inscindibile tra eros e agape nell’amore divino. Se le due dimensioni si distaccano si ha solo una caricatura dell’amore.”
L’amore, a noi annunciato dalla Bibbia e dalla Tradizione della Chiesa, ha qualcosa a che fare con la comune esperienza umana dell’amore, oppure si oppone ad essa?
Questo convegno vuole essere l’occasione per tradurre in pratica l’invito che Mons. Erio Castellucci, attuale Vescovo di Modena-Nonantola, ci rivolse in chiusura del convegno del 2015: “Forse è tempo di tornare a riflettere sul corpo e sul suo senso nella vita dei credenti ”. In un tempo in cui da un lato il corpo è sottoposto ad aspettative sempre più prometeiche e dall’altro sempre più dimenticato nei suoi limiti e nei suoi valori, la chiesa deve interrogarsi di nuovo sulla dimensione di come, della nostra fede, che nasce dalla resurrezione di un corpo, si nutre dell’offerta di un corpo e ospita la fede e la grazia di Dio nel corpo, perché è troppo tempo che la nostra fede fa rima solamente con anima, con razionalità, con un corpo riconosciuto solo se soffre e quasi mai quando gode. Possiamo pensare che la trascendenza possa darsi anche nel corpo?
relatore il Prof. p. Giovanni Solonia
psicologo e psicoterapeuta, scrittore, frate Cappuccino, cofondatore nel 1979 dell’Istituto di Gestalt Human Communication Center, docente di Psicologia sociale presso l’Università LUMSA di Palermo e di “Processi formativi e Francescanesimo” presso l’Università Pontificia Antonianum di Roma e direttore scientifico della Gestalt Therapy HCC Kairòs, e sarà coordinato dei ns. proff. Borghi Gilberto e Balocco Piera Francesca